WILLIAM CAREY – 2° Parte.

WILLIAM CAREY – 2° Parte.

William era pronto per partire per l’India ma sua moglie Dorothy si ostinava a non volerlo seguire, noi non possiamo minimamente criticare questa fragile donna di salute delicata, per di più che aveva da poco partorito il piccolo Jabez, (nato il 12 Maggio 1793) e che si univa alla schiera degli altri tre figli maschi anche essi piccoli a cui badare, per lei l’idea di andare in un paese così lontano era come fare un salto nel buio, nonostante amasse profondamente suo marito.

Ma William non si perse d’animo e fino a poche ore prima della partenza,  fece l’ultimo tentativo per persuadere sua moglie a seguirlo e lei, miracolosamente accettò di seguirlo, a condizione che sua sorella Catherine Plackett venisse con loro.
Detto fatto, preparò le valigie e all’alba del 13 Giugno 1793 si imbarcarono tutti insieme sulla piccola nave danese, la Kron Princessa Maria e prima di sera, stavano già allontanandosi dalla loro amata Inghilterra, da quel giorno non avrebbero più rivisto la loro patria.

Il comandante della nave venne a conoscenza del motivo che spinse la famiglia Carey ad affrontare quel lungo viaggio ed egli li mise sotto la sua protezione, li prese a cuore e cercò di rendere più confortevole possibile il loro viaggio, la numerosa famiglia Carey aveva pagato i biglietti a prezzo ridotto ma il capitano volle che essi mangiassero alla sua tavola insieme agli altri passeggeri che invece avevano pagato il biglietto a prezzo pieno.

Dopo 5 lunghi mesi di mare, dopo aver affrontato numerose tempeste che sembravano impedirne l’arrivo a destinazione, il 7 Novembre 1793 finalmente arrivarono in India ma dobbiamo comprendere che quando Carrey  andò in India stava facendo qualcosa d’illegale.

In quel tempo i missionari non erano ben accolti in quella terra, La Compagnia Britannica delle Indie Orientali, in accordo con la Corona, avevano bandito qualsiasi attività missionaria.

La famosa Compagnia Delle Indie non si era mai preoccupata di fare del bene al popolo indiano anzi lo sfruttava avidamente e per questo era molto ostile ad ogni tentativo di evangelizzazione in quei luoghi, se i missionari venivano scoperti erano immediatamente rimandati indietro, così per non essere individuati dalle autorità portuali, William e la sua famiglia lasciarono la nave nel punto in cui il fiume Hooghly confluisce nel mare , salirono su di una piccola imbarcazione indigena e proseguirono il viaggio percorrendo il fiume per vari giorni.

Per i primi due mesi non fecero che vagare da un posto all’altro, con problemi di ogni genere che aumentavano vertiginosamente: difficoltà per il cibo che era totalmente differente dall’alimentazione inglese, problemi dovuti al clima tropicale e per di più la salute di Dorothy e dei piccoli Felix e William cominciava a vacillare, essi per un mese intero furono malati di dissenteria, Felix, di appena otto anni, stava così male che la sua vita fu davvero in pericolo.

William venne avvolto da dense ombre minacciose ma restò fermo sui suoi passi, sapendo bene che si era recato in India per compiere un opera missionaria ed era pienamente convinto che Dio lo avesse chiamato proprio lì, così  si tuffò con rinnovato ardore nello studio della lingua e nella traduzione della Bibbia per far conoscere agli abitanti di quella nazione l’Evangelo della grazia di Dio.

Dopo quei due mesi di grandi difficoltà, la famiglia Carey si ritrovò nuovamente dentro una piccola imbarcazione indigena per trasferirsi in una zona più interna, chiamata Mudnabatty.
Viaggiarono lungo stretti fiumi salati, attraverso la giungla dove abbondavano tigri, leopardi, rinoceronti e bufali, vi erano le scimmie che penzolavano da ogni lato lungo le strette rive di quei fiumi, le acque abbondavano i coccodrilli e le zanzare li tormentavano con le loro punture irritanti, la povera Dorothy era piena di paura e di nostalgia per la sua lontana patria ma finalmente dopo tre giorni di viaggio, giunsero a destinazione.

Lì, furono accolti da Charles Short che li invitò a stare a casa sua finché non avessero trovato una sistemazione decente, fra Charles e Catherine, (sorella di Dorothy) nacque un profondo amore e presto si sposarono.
William comprò un terreno, in mezzo a quella folte giungla e vi costruì una casa fatta di bambù, dove verso la fine di Febbraio del 1794 vi andò ad abitare con la sua famiglia, purtroppo il piccolo Peter si ammalò di dissenteria e morì a soli 5 anni, la sua morte lasciò un grande vuoto nella vita di Dorothy che iniziò a soffrire col sistema nervoso, peggiorando progressivamente.

Quel posto era infestato dalle tigri ma quando si sparse la voce che un inglese munito di fucile vi si era stabilito, le persone che anni prima avevano abbandonato quei luoghi, ricominciarono presto a tornare, così circa cinquemila persone si stabilirono attorno a William per godere della sua protezione.
Il 4 febbraio del 1796 nacque il loro ultimogenito, che chiamarono Jonathan.

Quando William si trovava in Inghilterra aveva creduto fermamente  che il suo compito era quello di fondare una società missionaria, nel frattempo per sostenere la sua famiglia faceva il calzolaio, adesso trovandosi in India sapeva che il suo compito era quello di evangelizzare la gente attorno a lui ma nel frattempo per sostenere la sua famiglia si mise a coltivare l’indaco.

Dorothy parlando a suo marito, un giorno gli disse: “E pensare che non sapevo nemmeno cosa fosse l’indaco prima di lasciare l’Inghilterra! Adesso so che la sua tintura serve per dare quella bellissima tonalità di blu ai vestiti.”

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