Policarpo

Policarpo

Come ben sappiamo la morte del Signore Gesù non arrestò la crescita della Chiesa, anzi essa per opera dello Spirito Santo cresceva di giorno in giorno, in qualità e di numero.

I cristiani si sparsero in tutto il mondo all’ora conosciuto, riempiendo anche l’Asia Minore.

Policarpo nacque in una famiglia cristiana di Smirne nel 69 d.C.
I suoi genitori erano benestanti ed il bambino visse in un sano ambiente, circondato da molti cristiani che avevano visto il Signore mentre era stato su questa terra.
Il suo nome in greco significa: Poli (molto), carpo (frutto) e davvero egli portò molto frutto, diventando ospitale e un ottimo combattente per la causa di Cristo.

Policarpo era così affamato della Parola di Dio che spesso e volentieri si sedeva per udire parlare delle numerose opere compiute da Gesù.
Senza volerlo divenne un testimone oculare sulla vita apostolica nella chiesa del Primo secolo.
Crescendo divenne un uomo molto illustre nell’Asia Minore e un caro amico degli Apostoli, specialmente di Giovanni, si fa stima che fu quest’apostolo, ormai divenuto molto vecchio, ad affidare a Policarpo la cura pastorale della chiesa di Smirne verso l’anno 100.

Ora, Smirne era una grande città portuale dal fiorente commercio, situata nel odierna Turchia, era una città davvero importante anche all’epoca dei romani e Policarpo per oltre 50 anni, vi servì la chiesa con zelo e fermezza.
Il suo zelo instancabile per la Verità lo portarono ad insegnare tutto quello che aveva appreso dagli Apostoli.
La chiesa di Smirne è la seconda dell’Asia Minore a cui l’apostolo Giovanni si rivolge mentre scriveva l’Apocalisse:

“Per la chiesa che è nella città di Smirne, scrivi questo”:

Così dice il Signore, che è il Primo e l’Ultimo, che era morto ed è tornato a vivere: Io so che siete perseguitati e ridotti in miseria, ma in realtà siete ricchi. So che parlano contro di voi alcuni che pretendono di essere il mio popolo, ma non lo sono, perché sono seguaci di Satana.

Non abbiate paura delle sofferenze che vi aspettano. Sentite: il diavolo getterà presto alcuni di voi in prigione per mettervi alla prova. Sarete perseguitati per dieci giorni. Siate fedeli anche a costo di morire e Io vi darò la corona della vittoria: la vita eterna.

“Chi è in grado di udire ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese: La seconda morte non colpirà i vincitori.”
(Apocalisse 2:8-11)-(Traduzione Interconfessionale dal testo greco “LDC-ABU”).

I focolai della persecuzione andavano spandendosi a macchia d’olio in tutto l’impero romano e così anche a Smirne scoppiò la persecuzione contro i cristiani.
In quel periodo Policarpo era un uomo davvero anziano, nonostante i suoi 86 anni, un gruppo di soldati lo catturarono e lo condussero nell’Anfiteatro di Smirne per essere condannato dal governatore romano Stazio Quadrato.

Questo governatore ben conosceva Policarpo e vedendolo in quelle condizioni fu mosso a pietà, così gli suggerì di dire di non essere un cristiano, di bestemmiare Cristo e di dichiarare che Cesare è il Signore, solo così avrebbe riacquistato la libertà e la vita, ma Policarpo coraggiosamente dichiarò: “Ascolta: io sono cristiano, ho servito Dio per 86 anni, Egli mai è venuto meno verso di me, io non posso rinnegare il mio Re e Salvatore!”

La folla inferocita invocò la sua morte, allora Policarpo fu condotto sulla catasta di legna pronta per il rogo, gli legarono le braccia e venne dato alle fiamme mentre dei carnefici furiosi, per essere sicuri che morisse, lo trafissero al petto con una spada, erano le 2 del pomeriggio del 23 febbraio 155, insieme a questo caro anziano, quel giorno furono uccisi anche altri cristiani, i dettagli minuziosi della sua morte sono giunti fino a noi, grazie a dei testimoni oculari che scrissero tutti gli eventi di quella giornata.

Policarpo, benché ottantaseienne, nell’Anfiteatro di Smirne si dimostrò un forte atleta, nel pieno della sua forma e oltrepassò il traguardo come vincitore, restando fedele a Cristo Gesù, fino alla morte!

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