PHILIP JAMES ELLIOT “Jim”

PHILIP JAMES ELLIOT “Jim”

Jim naque l’8 Ottobre 1927 a Portland, nell’Oregon.
Crebbe in una famiglia cristiana dove il cristianesimo era una realtà quotidiana e si convertì alla giovanissima età di 8 anni!

Nutriva una forte attrazione per l’architettura, così nel 1941 si inscrisse alla Benson Polytechnic High School.
Un giorno, miracolosamente si salvò da un terribile incidente automobilistico sfuggendo ad una morte sicura senza neanche un graffio.

Così dopo quell’esperienza, scrisse ai suoi genitori a Portland, dicendo:
“Dio mi ha salvato la vita, sicuramente deve avere in serbo per me un opera in qualche posto”.


Era un giovane fortemente pacifista che rifiutò di andare al fronte, scegliendo di rimanere in Patria come obbiettore di coscienza. Così nel 1945, in piena Seconda Guerra Mondiale s’iscrisse ad un college cristiano, il Wheaton College, desideroso di fare la volontà di Dio!

La prima volta che sentì parlare degli Auca fu nell’estate del 1946.
Quando insieme ad altri giovani cristiani stava frequentando un corso di lingue presso l’università dell’Oklahoma, lì imparò la tecnica di come scrivere una lingua che non era mai stata scritta prima!

Dopo il corso di lingue, pregò intensamente Dio affinché gli mostrasse la Sua Volontà.
In quei giorni venne a conoscenza che c’era bisogno di qualcuno che andasse in Equador tra gli Quichua. Questo popolo viveva nelle foreste orientali, vicino gli Auca.
Tra gli Quichua vi era un missionario inglese, il dott. W. Tidmarsh che per 12 anni aveva lavorato tra gli indigeni ma essendosi ammalata sua moglie doveva far ritorno in Gran Bretagna.

Jim ebbe una seria preoccupazione: “Chi avrebbe continuato quell’opera?”

Dopo aver pregato decise che sarebbe andato lui.

I suoi genitori erano preoccupati ma non meravigliati della decisione di Jim. Conoscevano bene il loro ragazzo. Egli era diventato uno scrittore ed un oratore di talento, un architetto ed un bravo atleta.
Tuttavia sapevano che non potevano dissuaderlo di rispondere a quella chiamata divina alla missione.

Jim fece richiesta di un passaporto. Nell’attesa, imparò alcuni lavori manuali in compagnia di un caro amico e compagno di scuola, il giovane Ed McCully.

Anche Ed condivideva un amore profondo per la missione. Non poteva partire con Jim perché stava per sposarsi e a breve sarebbe dovuto andare a Los Angeles per studiare medicina.

Anche Jim pensava al matrimonio, era innamorato di Betty Howard ma sapeva che per lui le nozze dovevano aspettare.

Un giovane di nome Pete Fleming si offrì volontario per andare con Jim in Equador. Anche Pete era fidanzato ma anche lui come Jim, non aveva intenzione di sposarsi subito.

Jim e Pete s’incontrarono a New York, insieme viaggiarono fino in Oregon.

Furono accolti dai genitori di Jim e lì fecero i preparativi per il loro importante viaggio.

Era il 1952 quando s’imbarcarono nel porto di San Pedro, in California e dopo 17 giorni di navigazione giunsero a Guayaquil, dove incontrarono il dott. Tidmarsh ed insieme prendendo un piccolo aereo giunsero a Quito, capitale dell’Equador.

Qui i due giovani missionari si fermarono un po’ di tempo per migliorare il loro spagnolo; per imparare a conoscere le medicine; per curare le malattie tropicali e cosa non meno importante, per poter apprendere molte più cose che riguardavano il popolo Auca.

Difatti a Quito viveva una giovane Auca di nome Dayuma che era fuggita dalla sua tribù per rifugiarsi nel mondo civilizzato.

Purtroppo quasi tutta la sua famiglia era stata massacrata dal suo stesso popolo.

Dayuma raccontava che le famiglie Auca si facevano guerra a vicenda.
Ogni morto aveva la sua vendetta, allungando in questo modo la lista di vittime innocenti.
Jim capì che bisognava intervenire al più presto perché gli Auca rischiavano di scomparire dalla faccia della terra senza aver ascoltato il messaggio di Salvezza.

Nel frattempo anche Betty giunse in Equador per lavorare come traduttrice biblica.
Dopo 5 mesi a Quito, Jim e Pete finalmente si diressero verso le foreste orientali dove vivevano i Quichuas.
Il dott.Tidmarsh li attendeva a Shell Mera, una piccola stazione base che un tempo era stata dimora dei cercatori di petrolio.
Li si trovava una piccola pista aerea costruita da alcuni missionari.

Ben presto i tre uomini si trovarono in volo per giungere a Shandia.
Li in una piccola capanna di bambù viveva il dottore e la moglie ammalata.

Quando i coniugi Tidmarsh partirono per l’Inghilterra, Jim venne a sapere che il suo caro amico Ed McCully stava arrivando a Shandia con la moglie Marilou.

Per accoglierli nei migliori dei modi, costruì per loro una piccola casa!
Dopo l’arrivo di Ed e Marilou le difficoltà non mancarono.

Le tempeste tropicali li misero a dura prova e dopo le piogge Jim s’ammalò di malaria ma appena si riprese i tre giovani missionari si misero in viaggio per visitare altre tribù Quinchua.

Jim desiderava stabilirsi fra i Puyupungu, così chiese al loro capo tribù Atanasio, il permesso di costruire una scuola nel villaggio, mentre Ed e la moglie si fermarono a Shandia per ricostruire il campo base danneggiato dalle piogge.
Anche Pete si fermò a Shandia per aiutare Ed mentre gli avrebbe insegnato la lingua Quichua.

Era trascorso un anno dal arrivo di Jim in Equador ed era maturato il tempo delle sue nozze, così l’8 Ottobre 1953 Jim ed Elisabeth coronarono il loro sogno d’amore sposandosi nel municipio di Quito, gli unici invitati alle nozze furono Ed e Marilou con il dott. Tidmarsh e la moglie.

Dopo una breve luna di miele a Panama ed in Costa Rica, Jim e Betty sostarono una notte a Shell Mera, dove conobbero Nate Saint, un pilota cristiano, con la moglie Mary.

La mattina seguente Nate li accompagnò al fiume e li aiutò a caricare parecchie canoe con il loro umile bagaglio: un contenitore d’alluminio, un letto pieghevole, un piccolo fornetto ed una tenda.
Jim e Betty seguendo la corrente si diressero verso la loro nuova destinazione.

Il capo tribù Atanasio li accolse con un caldo benvenuto, gli donò frutta, uova, pesce affumicato, acqua potabile e legname.
Ma non passò molto tempo che Jim fu colpito da un’altra violenta malattia tropicale che lo tenne a letto per diverse settimane.

Quando si riprese, costruì una casetta più adatta a loro ed una pista d’atterraggio per permettere a Nate un atterraggio sicuro.

Jim e Betty cominciarono così ad insegnare al popolo Puyupungu a leggere e a scrivere nella loro lingua, senza dimenticare di annunciare loro che Dio li amava!

Nel frattempo Pete fece un breve ritorno in America per sposarsi con la sua fidanzata, mentre un’altra coppia missionaria, Roger Youderian e sua moglie erano giunti per lavorare con gli indiani Jivaro.

Con grande stupore ci furono cinque famiglie missionarie che vivevano vicine l’una all’altra in pieno territorio Auca.
Jim e Betty tradussero parte delle Scritture nella lingua indiana Quecha.

Erano molto impegnati non solo nella traduzione o nell’insegnamento.
Essi passavano anche molto tempo a costruire dei mobili e a coltivare verdura, piante di caffè, papaia, ananas e avocado, curando il loro piccolo orto; nonostante il duro lavoro erano una coppia molto felice.

Il 27 Febbraio 1955 vennero allietati dalla nascita della loro piccola Valeria e con lei, arrivarono i genitori della coppia, venuti per conoscere la nuova nipotina.

Nel Settembre del 1955 arrivò anche la notizia che Jim aspettava da tanto tempo: Ed e Nate avevano trovato alcune capanne Auca mentre volavano vicino ad Arajuno, nei pressi della casa di Ed.

La notizia arrivò anche alle orecchie di Pete e Roger, così ben presto i cinque missionari s’incontrarono per studiare il modo migliore di entrare in contatto con questo popolo, chiamando il loro progetto: “Missione Auca”.

Pete si ricordò di Dayuma, la giovane Auca conosciuta a Quito.
Essi la contattarono mentre lei stava lavorando presso un proprietario terriero spagnolo, erano convinti che attraverso di lei avrebbero potuto imparare la lingua Auca ma compresero subito che la ragazza aveva dimenticato quasi tutta la lingua madre.

Dayuma ricordava solo qualche parola ed alcune espressioni importanti che Jim scrisse accuratamente per poterle imparare.

I 5 missionari si organizzarono per lasciare cadere dal piccolo aereo di Nate dei regali a questa tribù così ostile e quando capirono che era giunto il tempo di avvicinarsi a loro, improvvisarono un campo che chiamarono “Palm Beach”, nei pressi del villaggio Auca: era il 3 Gennaio 1956!

Per un paio di giorni non si fece vivo nessuno, in quei giorni faceva molto caldo e sciami d’insetti pungevano la pelle sudata dei missionari.

Jim per trovare un po’ di refrigerio era sceso nel fiume, in mano teneva un foglio con messaggi amichevoli in lingua Auca che gridava a piena voce. Quando improvvisamente la voce rude di un Auca lo interruppe, Jim alzando lo sguardo, vide apparire dalla foresta tre indigeni: un giovane, una donna ed una ragazza.

Subito, con in viso un grande sorriso, iniziò a dire tutte le parole Auca che conosceva, tentando di dimostrargli che da lui non dovevano temere nulla.

Jim non lo sapeva ma la ragazza più giovane era la sorella minore di Dayuma. La giovane credeva che era stata sua sorella a mandarli e dopo aver passato il resto della giornata con i missionari, cominciò a chiedere in lingua Auca: “Dov’è Dayuma, dov’è mia sorella maggiore?”

Ma i missionari non riuscivano a comprendere ciò che la ragazza diceva, così calato il sole, gl’indigeni se ne andarono nel loro villaggio e i missionari pregando, ringraziarono Dio per tutto ciò che era successo fino a quel momento.

Il giorno seguente nessun indigeno si fece vivo.

Nate e Pete volarono sul villaggio Auca e videro che la gente scappava di qua e di là spaventata, poi videro il giovane Auca conosciuto il giorno prima che intento a guardare il velivolo li salutava sorridendo felicemente.

Pete pensò che in fondo tutto stava andando bene, così ritornarono dagli altri missionari rassicurandoli.

In realtà la gente del villaggio stava discutendo sul da farsi, alcuni erano arrabbiati perché non avevano notizie di Dayuma.

Credevano che i bianchi l’avessero uccisa, così conclusero che quei 5 stranieri erano lì per fare del male alla tribù, arrabbiati dimenticarono i doni ricevuti dai missionari, andarono nel loro accampamento e li massacrarono.

La giornata dell’8 Gennaio 1956 si concluse tragicamente, Jim, Ed, Pete, Nate e Roger pagarono con la vita la loro ubbidienza a Dio ma non finì tutto lì!

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