WILLIAM BOOTH
William Booth nacque il 10 Aprile 1829 a Sneinton, vicino Nottingham. All’età di tre anni rimase orfano.
Suo padre morendo lasciò moglie e figli in una situazione economica disastrosa e appena William compì 13 anni fu mandato a lavorare come apprendista in un banco di pegni per aiutare la madre e le sorelle.
Nel 1849 all’età di vent’anni, disoccupato, si trasferì a Londra dove trovò lavoro in un altro “monte di pietà”.
Il suo tempo libero era dedicato interamente allo studio e alla predicazione della Parola di Dio. Nel 1852 divenne pastore metodista.
A Londra incontrò una sua coetanea, Catherine Mumford che sposò nel 1855 e da cui ebbe otto figli.
Dal 1854 al 1862 fu un predicatore itinerante.
Anche sua moglie Catherine si rivelò una dinamica predicatrice. Essa senza farsi intimorire dalla dura opposizione, che in quel epoca esisteva verso la donna che assumeva un qualsiasi incarico di responsabilità, divenne un prezioso strumento nelle mani di Dio.
Stabilendosi a Londra questa coppia iniziò il lavoro che doveva riempire la loro vita: la nascita dell’Esercito della Salvezza! I primi luoghi di culto furono i più impensabili, un’accademia di danze, una pista per il gioco dei birilli, una stalla, un fienile, un teatro, un “pub” abbandonato ed un vecchio magazzino per la lana.
Booth non aveva alcuna intenzione di fondare una nuova chiesa, il suo desiderio era quello che i nuovi convertiti frequentassero le chiese già esistenti, ma sorgendo diverse difficoltà e vedendo che molti non frequentavano le chiese esistenti perchè temevano di non essere ben accolti a causa della loro vita passata, William capì che non poteva abbandonarli.
Così nel 1865 aprì nella misera East End, la zona più povera e degradata della città di Londra, l’opera che chiamò “Missione Cristiana”.
Pian piano la missione si sviluppò, estendendosi in tutta l’Inghilterra e nel Galles, con cinquanta Centri ed ottantotto evangelisti.
Ma una mattina, nel Maggio del 1878 , mentre William stava leggendo le bozze del rapporto annuale, trovò questa frase: “ La Missione Cristiana…è un esercito di volontari”.
Questa frase irritò lo spirito di Booth che prese la penna e cambiò la parola “volontari” con la parola “Salvezza”.
Questo nuovo appellativo ebbe un’ immediata presa ed in breve tempo i “Centri” divennero “Corpi”, i membri “soldati”, gli evangelisti “ufficiali”.
Il lavoro era davvero tanto e non privo di problemi.
William tornava a casa ogni sera distrutto dalla fatica, spesso con i vestiti lacerati o la fronte sanguinante, a causa dei pestaggi da parte di alcuni ragazzi di strada; seppe affrontare coraggiosamente le contestazione violente da parte dei proprietari delle case da gioco e dei tenutari dei bordelli, che sotto il nome ironico di “ Skeleton Army” (Esercito dello scheletro), organizzavano vere e proprie spedizioni teppistiche contro le sedi e i membri dell’Esercito della Salvezza.
In tutto e per tutto la missione assorbì le energie di William Booth e di sua moglie Catherine ma anche di alcuni dei loro figli.
Oggi l’Esercito della Salvezza si trova in ottantanove nazioni.
Ha quattordicimila corpi e un vastissimo numero di istituzioni sociali, sanitarie ed educative, oltre ad innumerevoli servizi di varia natura:
il tutto per mettere in pratica il motto: “ Salvati per servire!”.
Il 20 Agosto 1912 ad Hadley Wood, Londra, Dio chiamò a Sè questo suo servitore.
L’Esercito della Salvezza opera anche in Italia dal 1887 e fino all’avvento del fascismo il movimento era ben radicato in diverse parti del nostro Paese. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Esercito della Salvezza, riprese le sue attività con una separazione organizzativa tra struttura filantropica e chiesa evangelista.
Dal 1982 ha aderito alla FCEI (Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane).