E io non faccio che pregare (Salmo 109:4) Ovvero “Le stimmate del sacerdozio”.
Micro-pensiero n.22 sul sacerdozio
Il verso 4 del Salmo 109 può essere tradotto “e io sono preghiera”.
Il sacerdote non prega semplicemente, egli è preghiera.
In lui (o in lei), qualità e quantità di baciano.
E il pregare non è fine a sé stesso, ma è preghiera “a Dio”.
Si passa da una vita di preghiera ad un pregare come stile di vita (1Tess.5:17).
Il centro non è il tempo (minuti, ore, giorni) trascorso alla presenza di Dio; il centro è Dio Stesso.
L’intercessione è la quintessenza del sacerdozio e sottolinea quanto il sacerdote sia colmo di Spirito Santo (Rom.8:26-27).
Essa è eminentemente a favore di altri.
Il sacerdote possiede una percezione e sensibilità uniche nel capire la vasta portata del Sacrificio di Cristo, e, quanto questo sia stato risolutivo per il problema più grosso della sua esistenza: il Peccato.
Adesso, egli è capace di concentrarsi (davanti a Dio) sugli altri.
Un vero miracolo!
(Segue…)