Se vengo offerto in libazione sul sacrificio e sul servizio della vostra fede (Filip.2:17) Ovvero “Sacerdoti fortissimamente sacerdoti”.
Micro-pensiero n.15 sul sacerdozio
Ne sono convinto.
L’apostolo Paolo sa di essere un sacerdote di Dio. I suoi scritti sono “inzuppati” di linguaggio sacerdotale.
Dal momento del suo esordio nella “vita in Cristo”, la sua visione di servizio, di ministero, è all’insegna del “Sacrificio” e del dono di sé.
Scrivendo ai Romani, li esorta appassionatamente a “presentare i loro corpi in sacrificio vivente”(Rom.12:1). Agli stessi Filippesi dice: “noi offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio”(Filip.3:3); ed il culto, ovviamente, non è soltanto quello della domenica!
L’intento di Paolo era chiaro: le chiese dovevano entrare nelle realtà spirituali in cui egli era personalmente entrato e il sacerdozio era parte essenziale di questo progetto.
Come se dovesse: se voi non vivete queste verità, allora, che senso ha che io le viva?
In lui c’è un senso meraviglioso del vivere la comunità.
“Sia questo dunque il sentimento di quanti siamo maturi”. (Filip.3:15).
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