WILLIAM CAREY – 3° Parte.

WILLIAM CAREY – 3° Parte.

Quando William Carey arrivò in India è difficile immaginare cosa vide.
Trovò una nazione che giaceva nella morsa del peggior inganno.

L’induismo garantiva solo a pochi, coloro che si trovavano ai vertici della società, di poter usufruire dei beni materiali e dell’istruzione.
Il sistema delle caste teneva tutti gli altri in una schiavitù perpetua. I diritti umani erano inesistenti. Le donne venivano disprezzate. Le bambine indesiderate  venivano uccise, i bambini malati venivano appesi in un cestino per tre giorni senza alcuna cura, per vedere se avessero sconfitto lo “spirito maligno”, i lebbrosi venivano seppelliti vivi o bruciati a morte per assicurarsi una migliore rinascita in una vita successiva.

Ogni inverno, i genitori sacrificavano i propri figli alla Madre Gange, così spingevano i propri figli sulle rive fangose del fiume per affogare o far mangiare i propri piccoli dai coccodrilli. Vi era l’orrenda pratica di bruciare le vedove vive sulle pire funerarie dei loro mariti.

Il nostro William lavorò faticosamente in questo ambiente lugubre per 6 lunghi anni, solo insieme alla sua cara famiglia, ma le cose finalmente iniziarono a cambiare.
Il 29 Maggio 1799, altri missionari con le loro famiglie ( totale 8 adulti e 4 bambini) lasciarono l’Inghilterra per andare in India ad aiutare William Carey nel suo lavoro pionieristico e per sostenere Dorothy che nel frattempo era caduta in una profonda depressione e andava sempre più peggiorando.

I missionari giunsero in India il 10 Gennaio 1800, tramite questo importante evento Dio permise a William di trasferì con la sua famiglia a Serampore, una piccola città situata lungo il fiume Hooghly, appartenente alla piccola Colonia Danese in India, lì, la famiglia Carey ed i missionari vissero insieme in una grande ed unica casa, dove riuscirono a mettere su una tipografia ed iniziarono, fra mille difficoltà, a pubblicare la Bibbia ed altro materiale cristiano, tutto in lingua Bengalese.  I due figli di William Carey, Felix e William Jr., furono di grande aiuto in questo lavoro, visto che erano cresciuti in India e conoscevano bene il Bengalese.

Alla fine di quell’anno, precisamente il 28 Dicembre 1800 furono celebrati i primi due battesimi della missione; A fare quest’importante passo erano Krishna Pal, il primo bengalese divenuto cristiano e il quindicenne Felix, il suo figlio maggiore, ma presto questi due battesimi furono seguiti da molti altri.

Nel 1801 a distanza di poco tempo l’uno dall’altro, morirono 4 dei missionari inglesi ma quelli che rimasero in vita fondarono una scuola-convitto, famoso Serampore College che divenne davvero efficiente sotto tutti gli aspetti!

Fra le molte e svariate iniziative messe in atto da questi pionieri cristiani a Serampore si deve menzionare la prima Scuola Domenicale inaugurata il 9 Luglio del 1803, a dare un grande contributo a questa iniziativa fu importante l’impegno dei due giovanissimi figli di William Carey, Felix e William Jr.

L’8 Dicembre del 1807, dopo 25 anni di matrimonio Dorothy morì, la morte per lei fu davvero una liberazione, la sua malattia la stava portando quasi alla pazzia , facendola soffrire per ben 12 anni.

Poi nel 1808 William sposò una sua coetanea, la nobile Charlotte Rhumohr. Essa per una serie di circostanze andò in India e si stabilì a Serampore, dove comprò una casa e fu in questa città che si conobbero.
William Carey e Charlotte vissero davvero felicemente per 13 anni, condividendo molte cose insieme: l’amore per la missione, la passione per la botanica e l’affetto l’uno per l’altro.

Nel 1808 William Carey aveva tradotto la Bibbia in ben12 lingue asiatiche ma disgraziatamente l’11 marzo 1812 la tipografia prese fuoco, l’incendio portò enormi perdite ma le perdite materiali sembravano cosa di poco conto, paragonate alla perdita dei preziosi manoscritti che vennero distrutti dalle fiamme. In una lettera William Carey scrisse: “Le perdite sono gravi ma io ho fiducia che l’opera nostra non perderà nulla in vero valore….la terra deve essere nuovamente arata ma noi non abbiamo perso coraggio; a dire il vero il lavoro è già ricominciato in tutte le lingue.”

Con una grande forza di volontà, 6 mesi dopo l’incendio, i caratteri orientali erano nuovamente pronti per riprendere a stampare e la tipografia riprese a funzionare molto più efficientemente di prima.
William nel rifare da capo il suo lavoro ebbe la possibilità non solo di rivedere  ma anche di migliorare le versioni che erano state distrutte dall’incendio, così tutti furono convinti che Dio aveva trasformato il male in bene, portando un profondo arricchimento nelle nuove traduzioni bibliche.

Fu autore del primo dizionario sancrito per studiosi e aprì le prime biblioteche in India.
L’instancabile missionario ebbe promosse la letteratura traducendo e pubblicando grandi classici indiani. Sfruttò l’amore degli indiani per la recitazione musicale per comunicare in modo efficiente il messaggio di Cristo.

Fondò il primo giornale mai stampato in lingua asiatica e pubblicò articoli che aiutarono a produrre molte riforme sociali in India nella prima metà del 19° secolo. Introdusse il motore a vapore.
Condusse la campagna per un trattamento umano dei lebbrosi.

Fondò la Società per l’Agri-orticoltura. Quest’uomo non si accontentò mai di fermarsi, anzi qualunque cosa lui intraprendeva doveva progredire, così la Missione si allargò talmente che raggiunse l’India superiore, il Bengala, l’Orissa, la Birmania, la Giava e le isole Mauritius.
Anche in India, nonostante fosse molto impegnato, William non perse la sua passione per la botanica, così da botanico diligente a Serampore tracciò un giardino di 5 acri di terreno e vi piantò circa 2.000 piante differenti l’una dall’altra, questo giardino era il suo luogo di meditazione, dove fra mille fiori spandeva il suo cuore davanti a Dio, questo giardino diventò una delle più belle collezioni botaniche di tutta l’Asia.

Ma anche questo prezioso giardino non fu privato dalle difficoltà, l’orto botanico venne duramente provato varie volte e fu distrutto da inondazioni e da violenti cicloni, ma il valoroso William Carey, instancabilmente, ricominciava dall’inizio il suo lavoro. Anche quando era avanti negli anni egli non riuscì mai a stare fermo, qualunque cosa intraprendeva doveva essere fatta per la gloria del Suo Caro Signore.

Nel 1821, all’età di 60 anni , anche la cara Charlotte morì, la sua di partenza lasciò un profondo vuoto nella vita di William, ma l’anziano servo di Dio stava per subire un altro doloroso colpo, difatti poco tempo dopo, il 10 Novembre 1822 suo figlio Felix, di appena 36 anni morì improvvisamente, egli era stato non solo un figlio per lui ma anche un caro amico.

Nel 1823 all’età di 62 anni, William Carey si risposa una terza volta, questa volta la sua terza compagna era una giovane vedova di appena 45 anni di nome Grazia Hughes.

Ella gli tenne compagnia e divenne un’ottima infermiera per lui, assistendolo fino alla fine dei suoi giorni. Lentamente le forze di William Carey vennero meno, fino a peggiorare e morire all’alba del 9 Giugno 1834, all’età di 73 anni. Per il suo funerale le strade di Serampore erano piene di una folla miscelata tra Induisti, Maomettani e Cristiani venuti a dare un ultimo saluto a questo uomo davvero straordinario che aveva fatto molto per migliorare la vita dei Bengalesi.
Nella sua lapide, egli ha voluto scritte queste parole:

WILLIAM  CAREY

Nato il 17 Agosto 1761 –  Morto il 9 Giugno 1834

Debole e indegno  come un spregevole verme

Io cado nelle Tue Braccia Misericordiose

Ma se vogliamo ricordarlo, non possiamo dimenticare le parole da lui dette, più di 40 anni prima, quando stava in Inghilterra perché furono queste parole che lo accompagnarono tutti i giorni della sua vita:

“ASPETTATI  GRANDI  COSE  DA  DIO;

COMPI  GRANDI  COSE  PER  DIO”.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *