AMY BEATRICE CARMICHAEL
A Millisle, piccolo villaggio costiero dell’Irlanda del Nord, viveva una giovane coppia di cristiani, David e Catherine Carmichael.
Essi possedevano e lavoravano in un mulino che gli dava un buon sostentamento economico.
Il 1867 fu un anno emozionante per loro perché il 16 Dicembre nacque la loro prima bambina che chiamarono Amy Beatrice. La bambina non rimase sola a lungo perchè negli anni che seguirono arrivarono altri sei bambini, per un totale di 3 sorelle e 4 fratelli.
Amy imparò ad amare il Signore e fin da piccola ebbe con Lui un rapporto davvero speciale, aveva due grandi occhi castani.
Crescendo desiderò avere un paio di occhi azzurri come il cielo, lei desiderava così tanto questo che una sera pregò intensamente Dio affinchè gli cambiasse il colore degli occhi e dopo aver fatto la sua preghiera e la sua specifica richiesta , si addormentò.
La mattina seguente si svegliò di buon ora e andò subito allo specchio per vedere se la sua richiesta era stata esaudita ma guardandosi attentamente vide che i suoi occhi erano ancora castani, Amy rimase sconcertata!
Come mai Dio non aveva risposto? Improvvisamente, la voce di Dio giunse come un dolce sussurro alla piccola Amy e lei capì che Dio aveva risposto.
Egli aveva detto no all’azzurro degli occhi e solo anni dopo Amy comprese il perché Dio disse no a quella preghiera.
In India tutti hanno gli occhi scuri quindi se lei avesse avuto gli occhi azzurri non sarebbe mai stata accettata dal popolo indiano, né si sarebbe potuta integrare a loro.
Amy aveva un cuore sensibile alla sofferenza degli altri, ogni volta che vedeva una bambina povera, con i vestiti stracciati e consumati, lei si rattristava così tanto che una volta scrisse una poesia: “Quando io crescerò e soldi avrò, so cosa farò, un bel posto grande costruirò per bambine piccole come te!”.
Difatti Amy crebbe, era il 1885 quando suo padre morì prematuramente, lei aveva soltanto 18 anni ma questa disgrazia la spinse a pensare seriamente al suo futuro ed al piano di Dio per la sua vita.
Lei era assolutamente convinta che il Signore la chiamava come missionaria oltre oceano, così quando nel 1887 sentì parlare di Hudson Taylor e la Missione per la Cina Interna, chiese di poter partire per quella terra lontana ma la sua richiesta venne rifiutata.
Amy non si scoraggiò e nel 1892 riuscì a partire per il Giappone, lì vi rimase 15 mesi ma si ammalò di nevralgia e s’indebolì così tanto che fu rimandata a casa.
Gli anni che seguirono furono per lei importanti, ebbe modo di pensare e ponderare ogni cosa.
Così nel 1895 era nuovamente in forma e fortemente convinta che Dio la stesse chiamando per l’India.
Salutò la sua famiglia e partì per il Tinnevelly, una zona nel sud dell’India.
Amy amò subito la gente di quel posto, specialmente i bambini dai grandi occhi scuri.
Nel 1901 aprì un grande orfanotrofio per loro, tutti la chiamavano “Amma”che in lingua Tamil vuol dire madre!
Amy abbracciò la cultura indiana, indossando abiti indiani e ai suoi bambini mise sempre nomi prettamente indiani.
Stando in India, Amy venne a conoscenza di alcune pratiche terribili.
La maggior parte della popolazione indiana è induista, per loro non è una gioia avere una figlia femmina, specialmente se non hanno un maschio.
Così molti genitori Induisti si rivolgono agli dei dicendo che se nascerà una bambina, la offriranno agli dei, semplicemente per liberarsi di quella figlia indesiderata ed avere la possibilità di ritentare per avere un altro figlio, un maschio.
Ciò che avveniva a queste bambine una volta portate nel tempio induista era terribile.
Queste neonate diventavano delle prigioniere e venivano affidate a delle donne (anche loro prigioniere) per essere svezzate, una volta che le bambine raggiungevano l’età di 5 o 6 anni venivano date ai sacerdoti in una sorta di prostituzione forzata, poi quando perdevano la loro giovinezza e la loro bellezza, venivano mandate via.
Quelle poche donne che sopravvivevano a queste tremende pratiche, una volta lasciato il tempio rimanevano sole, senza l’affetto di nessuno, era come se avessero una qualche malattia e venivano chiamate “devadasis”, esse radunandosi nelle parti più povere della città avrebbero concluso la loro misera esistenza vivendo di stenti.
Amy rimase sconvolta a questa notizia, il pensiero che cose terribili accadevano alle bambine che vivevano oltre le mura dei templi, la faceva soffrire, così si disse: “DEVO fare qualcosa!”.
Non passò molto tempo ed ecco che alcune donne del tempio, che non volevano che queste piccole bambine soffrissero le loro stesse sofferenze, rischiarono la vita pur di poter portare via quelle neonate o quelle bambine di 2 o 3 anni appena arrivate, esse di nascosto iniziarono a portare queste povere creature ad Amy,… prima una bambina, poi due bambine fino ad arrivare ad un numero sempre più crescente.
Per anni Amy fece da madre a queste bambine indesiderate, gli diede una casa, le amò come se fossero sue figlie ed insegnò loro ad amare il Signore Gesù.
Per loro fondò la Fellowship di Dohnavir, dove più di mille bambine vi trovarono la salvezza.
Nel 1931 Amy cadde e si ruppe una gamba, subendo un brutto danno alla caviglia.
Oggi, probabilmente, tutto si sarebbe risolto con un intervento chirurgico, ma a quei tempi le cose erano diverse, specialmente in un paese povero come l’India.
La nostra cara Amy rimase invalida per il resto della sua vita, essa non poté più camminare e passò i successivi 20 anni confinata nel suo letto e uscendo raramente dalla sua stanza ma tutto questo non gli impedì di continuare ad amare le bambine che salvava, passando molte ore in preghiera per loro.
Fu proprio in questo periodo che scrisse molte poesie e svariati libri, molti dei quali sono letti ancora oggi da tanti cristiani sparsi nel mondo intero.
Amy morì a Dohnavir Nadi, in India ,il 18 Gennaio 1951 all’età di 83 anni, dopo aver servito il Signore ed i bambini dell’India per 56 anni, senza un attimo di sosta e senza aver fatto più ritorno nella sua patria.
La sua vita è stata d’ispirazione per molti giovani credenti desiderosi di servire il Signore, due esempi considerevoli?…. Jim Elliot e sua moglie Elisabeth!