JEANNE – MARIE BOUVIER DE LA MOTHE

JEANNE – MARIE BOUVIER DE LA MOTHE

Jeanne-Marie Bouvier nacque il 13 Aprile 1648 a Montargis, Francia.

Suo padre, Claude Bouvier era procuratore legale al tribunale del paese, quindi la bambina crebbe nell’ambiente dell’alta società.
Ciò nonostante passò un’infanzia tribolata per svariati motivi. Cambiò spesso scuola e visse sotto l’influenza della sua protettrice Marie Fouquet, duchessa di Bethune-Charost.

La piccola Jeanne Marie fu educata in un ambiente cattolico e crescendo nutrì il desiderio di entrare in convento.
Ma i suoi genitori avevano altri progetti per il suo futuro.

Così raggiunta l’età di 16 anni la diedero in sposa a Jacque Guyon, un uomo ricco ma 22 anni più grande di lei!
Da quel momento in poi Jeanne Marie verrà conosciuta e chiamata da tutti come Madame Guyon!

Il suo matrimonio non fu dei più felici e lei si rifugiò nella preghiera, nutrendo di nascosto una sua conoscenza di Dio.

Nel 1676 a 28 anni rimase vedova, purtroppo questa giovane donna in soli 12 anni di matrimonio, non solo aveva perso il marito ma aveva anche visto morire due dei suoi 5 figli.

Nel 1681 la forte brama di conoscere di più il Signore la spinse ad affidare i suoi figli alle cure dei famigliari, così lei si potè ritirare ad Annecy, sul lago di Ginevra, dove incontrò François Lacombe, un sacerdote che con i suoi insegnamenti stava innervosendo le autorità cattoliche.

Lacombe seguiva il filo del Quietismo che consisteva nel ricercare una spiritualità più profonda, basata sull’abbandono totale in Dio e ritenendo superflui gli atti religiosi.

Madame Guyon appoggiò questo pensiero perché ricercava una spiritualità ed una devozione cristiana che la spingevano ad amare Dio in un modo reale. Questo profondo desiderio di ricercare Dio divenne il loro crimine.

Così il vescovo di Ginevra espulse il sacerdote Lacombe dalla diocesi ed ordinò a Madame Guyon di andarsene.

I due vennero tormentati, calunniati ed afflitti a tal punto che per cinque anni vagarono per il Piemonte ma non abbandonarono mai le loro idee di fede, nel loro lungo pellegrinare, anche un altro vescovo li espulse a sua volta.

Nel 1685 si recarono a Grenoble e lì Madame Guyon pubblicò il suo lavoro più importante: “Moyen court et facile de faire orason” (Metodo breve e facile per pregare).

Poi nel 1686 si recarono a Parigi.

Quello era un periodo davvero particolare e difficile perché il re Luigi XIV aveva lanciato in Francia una campagna contro ogni forma d’eterodossia cristiana.

Nel 1687, a causa della sua fede, Lacombe venne arrestato ed inviato alla Bastiglia.

Successivamente dopo vari maltrattamenti venne trasferito nella prigione di Lourd, dove morì nel 1715.

Il 9 Gennaio 1688 anche Madame Guyon venne arrestata e rinchiusa nella cella di un convento, dove vi rimase un anno. Poi grazie all’intervento della sua protettrice Marie Fouquet, venne liberata ed introdotta nei circoli religiosi che gravitavano intorno alla corte del re.

Qui l’abate François de Fenelon ebbe modo di apprezzarne lo stile di fede, difatti rimase affascinato dalla spiritualità e dalla pietà di questa donna ma non fu per tutti così.

A causa del suo linguaggio cristiano e delle sue idee quietiste venne messa nuovamente al centro di una inchiesta ecclesiastica e nel 1694 venne ancora una volta condannata.
Solo grazie all’aiuto di alcuni fidati amici scampò all’immediato arresto.

Da quel giorno il vescovo Bossuet la fece cercare e nel dicembre del 1695, grazie all’aiuto della polizia, la trovò, l’arrestò e la rinchiuse nella Bastiglia.

Madame Guyon rimase chiusa in una squallida cella per più di sette anni.
Poi il 21 Marzo 1703 venne fatta ritirare nella tenuta del suo figlio maggiore a Blois, con le severe condizioni di non scrivere e di non insegnare nulla sulla sua fede…ma lei, naturalmente continuò a fare entrambe le cose fino al giorno della sua morte avvenuta il 9 Giugno 1717.

Madame Guyon visse una vita davvero movimentata, la Chiesa Cattolica Romana la perseguitò, la infamò e non valorizzò la sua fede.

Coloro che realmente stimarono la sua vita e le sue opere furono i protestanti, in particolar modo i calvinisti olandesi che pubblicarono al completo tutte le sue opere.

I suoi lavori sono, ancora oggi, letti da centinaia di credenti specialmente in Germania, Svizzera, Inghilterra e Stati Uniti ed hanno trovato un grande valore fra i Quaccheri ed i Metodisti.

Sebbene Madame Guyon sia vissuta più di duecento anni fa, i suoi scritti ci illustrano, ancora oggi, chi veramente fosse questa donna e quale profonda spiritualità possedeva.

Concludendo con un breve esempio…:

Nei suoi lunghi anni passati chiusa in una cella, ben al di sotto del livello del terreno, illuminata solo da una candela all’ora dei pasti, Madame Guyon scrisse queste parole:
“Io non sono che un uccellino, impedito dal volare libero nell’aria. Eppure nella gabbia, io siedo e canto a Colui che mi ha portata qui, Egli si è compiaciuto di farmi Sua prigioniera; A Te è piaciuto che fosse così.
Non posso fare altro che cantare tutto il giorno, e Colui che amo compiacere, ascolta il mio canto,
Egli mi ha preso e legato le ali, ma ancora Egli si piega per ascoltarmi.
Tutt’attorno a me vi è una gabbia, non posso volarmene fuori libera, sebbene, però, le mie ali siano impedite, il mio cuore è libero. Le mura della prigione non possono controllare il volo e la libertà dell’anima, ah, com’è bello librarmi in alto sopra di queste sbarre e queste serrature, volare verso Colui, i cui propositi io adoro, la cui provvidenza io amo, e nella Tua forte volontà io trovo gioia e libertà di mente.”

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